Libri gialli

Libri gialli: la storia del nome

Quando si parla di libri gialli, tutti capiscono immediatamente a cosa ci si riferisce. Ma perché i libri gialli si chiamano così? Questa denominazione ha a che fare con delle vicende del mondo dell’editoria. A partire dal 1929, infatti, la casa editrice Mondadori iniziò a pubblicare una collana chiamata proprio “I gialli” per via del colore della loro grafica in copertina. La collana ebbe un tale successo di pubblico che piano piano l’espressione “libri gialli” divenne di uso comune, per riferirsi a tutte le opere letterarie del settore.

I libri gialli dell’epoca classica

Nella letteratura dei secoli scorsi ci sono moltissimi esempi di libri che possono essere assimilati al genere giallo. Tradizionalmente, però, si fa coincidere la nascita del genere con la pubblicazione di un’opera di Edgar Allan Poe, I delitti della via Morgue, uscito nel 1841. Qui Poe crea il celebre personaggio di Auguste Dupin, che riesce a risolvere i misteri più intricati semplicemente studiando i resoconti dei giornali, senza neanche recarsi sulla scena del delitto. A lui si ispireranno i maggiori autori di libri gialli degli anni successivi, uno su tutti Arthur Conan Doyle, che come tutti sanno ha creato l’intramontabile Sherlock Holmes.

È proprio il personaggio di Sherlock Holmes a definire un modello: è da questo momento che si inizia a parlare di un genere letterario a sé, diverso da tutti gli altri. E tutti gli autori che verranno dopo, almeno fino ai primi decenni del Novecento, replicheranno questo modello dando vita a investigatori molto simili a Holmes. Agatha Christie, Dorothy Sayers, Van Dine, sono tutti grandi scrittori dell’epoca “classica” del giallo che si rifanno senza nasconderlo all’esempio di Arthur Conan Doyle.

In questi libri gialli classici ritroviamo alcuni elementi ricorrenti. Gli investigatori sono il più delle volte persone benestanti, che vogliono scoprire la verità non tanto per mestiere, ma per curiosità e senso del dovere. Questa caratteristica dell’investigatore, del resto, serviva agli autori: in questo modo potevano fargli compiere azioni che un reale detective degli organi ufficiali non avrebbe mai potuto fare.

I libri gialli nel Novecento

Inizialmente i libri gialli erano considerati semplice letteratura di evasione, a questi non veniva attribuita la stessa dignità di altri generi letterari. Questa concezione lascia gradualmente spazio a un’altra, anche grazie ad alcuni grandi best-seller che hanno conquistato il pubblico nel corso del Novecento. Un grande lavoro in questa direzione è stato fatto da Georges Simenon, che con il personaggio del commissario Maigret ha introdotto nuovi elementi nei libri gialli che hanno riscosso un grande successo. La grande svolta dei romanzi di Simenon è questa: finalmente si abbandonano gli ambienti aristocratici e i libri gialli abbracciano le province e i quartieri popolari. In questi contesti emergono delitti compiuti da persone comunissime e lo stesso investigatore è un piccolo borghese ordinario e stipendiato dallo stato, un personaggio completamente diverso dai suoi predecessori. E così i libri di Simenon iniziano a indagare la natura umana, le ragioni profonde che spingono al delitto anche persone che fino a un momento prima non avrebbero mai pensato di fare una cosa del genere.

Nella seconda metà del Novecento i libri gialli continuano a occuparsi di temi esistenziali e sociali, in Italia possiamo ricordare autori come Carlo Lucarelli o Andrea Camilleri, e quelli che erano considerati libri di evasione diventano ricostruzioni (e a volte denunce) della società dell’epoca. Questa distinzione fra il giallo di tipo classico e il giallo moderno, che guarda con più attenzione ai difetti e ai problemi di persone comuni, è attuale ancora oggi. Nonostante non manchino esempi di autori che si rifanno al giallo classico, nelle maggiori opere di successo (almeno in Europa) la distinzione tra bene e male non è mai così netta come un tempo.

I libri gialli oggi

Come è successo per tanti generi letterari, anche il giallo ad oggi è meno definito rispetto a una volta. Non esistono più delle caratteristiche specifiche che distinguono i libri gialli, soprattutto perché sono sempre di più le contaminazioni e i sottogeneri. Ad esempio, spesso si usano le espressioni “libri gialli” e “libri noir” come sinonimi, ma in realtà i noir si caratterizzano per le atmosfere più cupe e i crimini più macabri, sullo sfondo di città dai contorni spaventosi. Ci sono poi i thriller, che a loro volta si suddividono tante sottocategorie quali thriller psicologico, politico, legal e così via. A livello generale, la maggiore differenza tra libri gialli e thriller è questa: il giallo è sempre connesso a un’indagine e a un mistero da risolvere, mentre il thriller ricerca la suspense e le emozioni forti e può anche non esserci un delitto specifico.